Lorenzo Girardin vive e lavora in provincia di Vicenza.
Debutta con la raccolta di poesie "Non una parola di primo mattino" ( Prospettiva Editrice ).
E' un personaggio schivo, difficile da far sedere ad un tavolo perché racconti la sua storia. "Le mie poesie parlano per me, ho poco da aggiungere" - dice senza convinzione.
Non ama essere definito un poeta, "perché non lo sono" - si giustifica, e continua - "mi piace bighellonare tra pagine bianche e macchiarle d'idee."
Odia le tastiere - "Ho bisogno del contatto con la carta, del profumo di copisteria, della penna che ti solca le dita tra indice e medio... perché la stringi forte."
Le immagini che dipinge sono vivide, sembra di seguire con il dito i profili, il perimetro delle scene. "Un testo è un bassorilievo, un'icona. Ci deve essere l'impegno dell'autore, ma anche una sorta di spiritualità, d'attaccamento quasi religioso e rituale... altrimenti non funziona, si vede si sente si tocca la finzione, la forzatura."
E' attratto dalle persone, dalle situazioni comuni, la quotidianità vissuta con calore. "Non ho una musa particolare che m'ispiri, fatta eccezione per la magnificenza delle mie montagne. Passo, vedo, scrivo. Peccato che la penna non sia all'altezza.Va troppo piano. A volte vorrei fotografarmi il cervello...e poi ricopiarlo con calma."
Alcune composizioni sono brevi, un'istantanea della realtà che si consuma in pochi versi.Impressiona la capacità di descrivere l'umore dei personaggi, gli stati d'animo.Commuovono i paesaggi.Usa dettagli chiave senza dilungarsi in pastoie. I suoi uomini, le donne, i bimbi... li vedi passare davanti alla finestra del balcone appena alzi la testa dalle pagine. Sono riconoscibili, potrebbero essere il vicino, la divetta del palazzo in fondo alla strada, la figlia oppure la fidanzata.
Tutti veri anche quando sono inventati.
Tutti decenti, tutti umani.
"Sintesi e semplicità" - dice lui - "quattro parole per dire tutto... otto quando mi confondo e non riesco a concludere... un po' di più quando sono innamorato.In realtà scrivo molto per gioco, serio s'intende, e l'esercizio migliore è quello d'usare gli SMS... per definizione: short message."
Vero, la semplicità è una delle sue armi migliori. E' diretto - "ed anche un po' ingenuo" - aggiunge lui. "Non potrei scrivere mascherandomi con la complessità. Il primo lettore dei miei racconti sono io. Se m'addormentassi cercando il senso, il forse vuol dire... beh, ne sarei deluso. E poi la minestra è buona quand'è calda, c'è poco da fare, se ti rimesti troppo il cervello... è un pasticcio. Si fredda e non piace più a nessuno."
Avrebbe voluto fare il pittore, lo scultore. "Mi sarebbe bastato l'ebanista. Il rumore ritmico della pialla che lentamente da forma alla forma. La colla, che ti prende la gola. I trucioli, spazzati in mucchio quando si fa sera. Ma sono sempre stato negato per le attività manuali. O forse un pigro senza ritegno."
Non possiamo dargli torto, è un pigro senza ritegno che, in quanto tale, si prende il tempo per pensare due volte prima di parlare, ed oggigiorno non è un male, non lo è mai stato in realtà.
Lorenzo sta già lavorando al secondo libro, di che cosa tratti pare lo sappia solo lui... - "Non dico niente perché temo qualche alzata d'ingegno da parte vostra. Tutto qua." - e con questo ci liquida davanti ad una pinta di London Pride, pastosa ed arrogante.
Salute a tutti.
Andrea ( Logicamente staff )
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