In questa pagina troverete alcune delle poesie, o meglio, dei racconti in forma di poesia, tratti dalla raccolta "Non una parola di primo mattino". Non mancheranno anche testi inediti.La pagina verrà aggiornata secondo le indicazioni dell'autore...tenetela d'occhio.

Ultimo aggiornamento : 6-dic-04

Buona lettura (Logicamente staff)

 
 
Poesie
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Cime dell'Altopiano

(tratto da "Non una parola di primo mattino")

Bisogno d'aria, fresca ed irrequieta. Il passo mi porta lontano tra le cime di ghiaia, nubi e lenzuola d'azzurro.
Le gocce di fatica mi colano in rivoli, rendendo zuppa la camicia a scacchi e le “braghe” di tela pesante.
Incontro una mucca, poi due e poi tante. Il padrone seduto sotto un abete par ne voglia contare gli aghi, e solo il fumo della cicca ed il luccicar degli occhi tradiscono la differenza con le pietre che gli stanno accanto.
Non una parola di primo mattino, ma soltanto il rumore dei sassi sotto gli scarponi ed il silenzio dei pensieri, lasciati laggiù nella pianura grigia ed afosa.
Stendo la mano per toccare l'erba bagnata, fredda come i ruscelli che a volte scorrono verso casa.
Quando raggiungo la cima il sole è già alto e la pelle comincia a scottare.
Ho il tempo di toccare la croce, chiudere gli occhi e ricordare mio nonno, che fin quassù si spingeva a tagliare i boschi quand'era “bocia”.
Mi chiedo chi di noi due sia stato più fortunato, e la risposta viene da sé perché entrambi abbiamo avuto la nostra occasione.
E mentre raccolgo lo zaino, e do uno sguardo alle Pale di S. Martino, vedo la casa, laggiù nella conca, di chi l'occasione l'ha data a me.

Olocausto

(tratto da "Non una parola di primo mattino")

S'aggira tra le macerie fumanti.
Con gli scarponi calcia i detriti, freneticamente sposta lamiere e sassi. Il volto stravolto, annerito dal fumo ed impastato di sangue rappreso.
Disperazione, tranquilla disperazione nel cercare di capire.
Una bambola di pezza tra le mani, poi il fucile d'una guardia, poi un braccio e la testa d'un compagno, poi le lacrime, i singhiozzi e poi la fuga, la foga di sparare.
A chi? All'invisibile inferno dell'odio? All'irrazionale credo della morte?
Soldato.
Soldato mandato in guerra per fare la pace, per accarezzare una bimba dagli occhi color del petrolio cui la bambola apparteneva.
Gira, stordito e sconvolto, in quell'obitorio di divise e stracci.
Gira e piange, inciampa e poi piange. Ancora.
Domani sarà di nuovo su una camionetta con la scritta in arabo, che gli han detto, vuol dire Carabinieri.
Ed assieme ai suoi compagni caduti, perché di certo saran con lui, continuerà a distribuire sorrisi che, prima o poi, faran strage di tutti quei cuori marci.

L'emozione

(tratto da "Non una parola di primo mattino")

Io sono la verità che non vuoi sapere.
Io sono il respiro che ti manca, il battito smarrito del tuo cuore.
Io sono il rossore delle tue guance, la mano che ti stringe il seno, il profumo di un'arancia tagliata.
Io sono il cavallo che t'ha portato per vie, la luce che mancava al tuo vagare.
Io sono il vento che gonfia le tue vele, quello che ti fa approdare su nuovi lidi.
Io sono l'eccitazione che senti, l'umido calore della tua essenza.
Io sono i tuoi sogni e le tue paure.
Io sono l'Emozione e tu Vita, senza di me, non saresti che un pietoso trascorrere del tempo.

Domenica "doppopranzo"

(testo inedito)

Punta grigioverde che si erge a ponente
rigata di traverso dagli strati di crescita geologica.
A riva, soltanto il dirupo erto, le barche alla fonda
bianche e color pesce, come l'odore di polpi nell'aria.
Un motore d'altura taglia l'acqua in schiuma morbida a levante di noi.
Il paesello, sgranato come un rosario,
si distende a monte degli scogli bianchi e muschio.
Il pescatore batte i ferri delle sue ancore
mentre la donna dai fianchi grossi raccoglie i secchi
di pesce azzurro pescato alle cinque d'alba.
Si sente solo il mare, che copre, con il suo sciabordare
i vocii dei rari turisti spaesati.
Frigge nell'osteria del porto il pesce in nubi d'olio evaporato
che il cameriere serve a chi ha fame di lontananza.
S'alza in quel mentre il muggire sommesso del vento napoletano,
e gli scuri si chiudono per il riposo della domenica "doppopranzo".

Come prima

(testo inedito)

Come prima del silenzio,
con la luna spezzata in due parti semiserie
dagli sguardi degli attendenti.

Quando la pelle rimesta il suo colore con l'idea dell'estate
e l'arancio dell'autunno.

Quando l'acqua si ribella allo scorrere forzato,
lungo condotte poste ad arte.

Come prima dell'aurora,
quando la donna ritorna dal suo viaggio.
Viaggio lungo,
giusto e vano.

Quando trova il letto ancora caldo d'amore augusto,
ch'è rimasto,
senza porsi dubbi,
come prima del tramonto...
come prima di tutto.

Città da sentire

(testo inedito)

Stazioni sfiorate da treni in corsa,
a volte con graffiti astratti.
Lucidi
dall'aria che leviga
alla velocità del tuono
metallo verniciato.

Milano s'avvicina con ritardo,
sotto gli sguardi della campagna ch'è rimasta.

Qui almeno la nebbia ha un senso
d'autunno pieno
di terra che alita verso l'alto
a chiamare il contadino
come una mucca che reclama d'esser munta
piano
da mano esperta.

Il tempo è quasi finito
di sedere a gambe strette tra dormienti dell'alba pendolare.
Il tempo di raccogliere la borsa, e poi la giacca chiara.
Alt.
Sferragliare intenso e descrescente nel fermare le carrozze.
Si entra in gioco,
Milano periferia,
poi Centrale.

Gli occhi pesti di gioia notturna,
dormito poco per non soddisfare la notte inerte.
L'amore è stato bello, ed è durato "quanto basta"
come in cucina.
Anche stamane il caffè non era tanto,
d'orzo poco stimolante,
ci penserà il viavai delle strade a dare la sveglia.

Si scioglie la cravatta,
mentre aspetta il taxi che non arriva.
Si guarda intorno, stordito dal brulicare di teste.
Triste, d'essere tornato per un pugno di ore,
passate tra poltrone imbottite di lavoro
in palazzi senza giardino.

Qui la nebbia ha un altro senso,
si dipana davanti agli occhi anche quando c'è
e non fa vedere...in apparenza.
E mentre aspetta sotto la pensilina,
chiude gli occhi... in fondo non ha dimenticato
che il cuore non è insensibile al tatto,
e dunque, anche con la nebbia,
questa Milano,
è tutta da sentire.

 

 


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